L'approccio ai tipi fluviali in Italia
 

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L'approccio ai tipi fluviali in Italia

L’approccio proposto per una tipologia fluviale italiana.

A livello italiano, nell’ambito delle attività del Gruppo di Lavoro coordinato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, si è giunti nel dicembre 2006 alla formalizzazione di una proposta per la tipizzazione dei fiumi italiani ai fini dell’implementazione della Direttiva Quadro sulle Acque (WFD: EC 2000/60), poi inserita nel quadro normativo tecnico di supporto alla WFD. La tipologia risultante, alla cui impostazione e verifica hanno contribuito attivamente, sotto il coordinamento del MATTM, CNR-IRSA, APAT, ISS, Regioni ed Autorità di Bacino e alcuni rappresentanti di altri Enti, si offre quindi come base per il riconoscimento di tipi fluviali su scala nazionale.
Alla luce di quanto sopra riportato e del dibattito in merito all’opportunità di utilizzare/realizzare una regionalizzazione (HER), in termini generali, per la definizione di una tipologia fluviale hanno prevalso i seguenti elementi:

  • necessità di considerare i descrittori obbligatori indicati dalla WFD;
  • necessità di soddisfare le necessità di comparazione su scala nazionale;
  • necessità di tutelare le specificità a la disponibilità di dati su base regionale;
  • volontà di basare la tipologia su fattori effettivamente rilevanti per le biocenosi acquatiche;
  • opportunità di operare una regionalizzazione (HER) per evidenti vantaggi pratici ed operativi;
  • volontà di mantenere un elevato livello di semplicità nel sistema tipologico al fine di facilitare i prossimi passaggi nell’implementazione della WFD sul territorio nazionale.

Alla luce di tali elementi, si è deciso di adottare una procedura di definizione di tipi per i fiumi italiani ordinata in tre livelli successivi di approfondimento, illustrati nel seguito [(Buffagni et al. (2006) download pdf 4_2]:

  1. Livello 1 - Regionalizzazione. Definizione di Idro-Ecoregioni (HER) per l’Italia. A tal proposito, si è ritenuto infine preferibile utilizzare direttamente le HER definite da CEMAGREF per l’Italia e di procedere ad una loro verifica su scala locale/regionale, i.e. ad opera di Autorità di Bacino, Regioni, ARPA, etc. Ciò consentirà di procedere più speditamente alle fasi 2 e 3 pur mantenendo una buona base scientifica per la tipologia. È utile infatti ricordare come CEMAGREF abbia operato la definizione delle HER francesi ad europee all’interno di un’attività specifica protrattasi per oltre 3 anni.
  2. Livello 2 – Definizione della tipologia obbligatoria. Una tipologia viene definita sulla base di pochi elementi descrittivi, di facile applicabilità a scala nazionale e la cui rilevanza sia ampiamente condivisa. Inoltre, tale tipologia deve integrarsi al meglio con la regionalizzazione di livello 1, anche alla luce delle esperienze effettuate in Francia. Questo livello è da considerarsi ufficiale ai fini delle attività di reporting per la WFD a livello europeo e necessario per tutti i fiumi italiani.
  3. Livello 3 - Definizione di una tipologia di dettaglio. Questo livello consente l’affinamento della tipologia di livello 2 sulla base delle specificità territoriali, dei dati disponibili, di particolari necessità gestionali, etc. Si può basare, nelle diverse aree italiane, su descrittori differenti, la cui utilità e appropriatezza devono essere dimostrate su scala locale/regionale. Offre la possibilità di compensare eventuali incongruenze che derivino dalla definizione della tipologia di livello 2. L’affinamento di livello 3 è auspicabile per tutti i fiumi italiani, sebbene la tempistica di realizzazione possa essere ottimizzata dagli Enti preposti secondo le necessità e possibilità oggettive. I risultati di livello 3 dovrebbero consentire una ridefinizione più accurata dei criteri/limiti utilizzati nei due livelli precedenti.

Limiti delle diverse Idro-Ecoregioni

Figura 1. Limiti delle diverse Idro-Ecoregioni (linea verde) che interessano l’Italia, sovrapposti ai confini regionali (linea nera).