Tipizzazione
 

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Tipizzazione

La Direttiva Europea sulle Acque (WFD 2000/60/EC) ha tra le proprie finalità quella di definire un quadro di riferimento da utilizzare per il raggiungimento, entro il 2015, di uno stato “buono” dei corpi idrici  europei (laghi, fiumi, acque sotterranee e costiere). Per quanto concerne i fiumi, per l’individuazione delle condizioni di riferimento dello stato ecologico, la WFD richiede di effettuare una classificazione in ‘tipi fluviali’ sulla base di uno dei due sistemi proposti dalla stessa Direttiva (Sistema A e Sistema B). Entrambi i sistemi suggeriscono l’uso di parametri di tipo fisico (e.g. altitudine, dimensione del bacino, etc.) e geologico (caratteristiche prevalenti del substrato). Il sistema B consente però l’utilizzo di un più elevato numero di parametri rispetto al sistema A, rivelandosi potenzialmente più adattabile alle condizioni dei fiumi italiani e sud europei in generale.
In particolare, il sistema A è basato su una regionalizzazione, che utilizza la mappa delle Ecoregioni definite da Illies (1978, Annex III della WFD), combinata ai seguenti parametri: geologia, altitudine e dimensione del bacino sotteso, tutti articolati in classi predefinite e fisse (ad esempio, per la geologia: siliceo, calcareo, ‘organico’). In termini generali, il sistema A è considerato troppo rigido e non adatto in molti paesi europei. Inoltre, le classi di altitudine proposte non tengono in considerazione le variazioni longitudinali presenti tra diversi paesi o all’interno dello stesso paese.
Il sistema B offre la possibilità di modulare la tipologia sulla base delle caratteristiche dei fiumi su base nazionale o regionale. Alcuni fattori sono indicati come obbligatori e altri opzionali, ma per entrambi esiste la possibilità di modulare le classi di attribuzione per ciascun fattore. I fattori opzionali coprono un’ampia gamma di possibilità come, ad esempio, idrologia, substrato, precipitazioni, temperatura, etc. Al contrario del sistema A, l’adozione del sistema B può cioè consentire di operare una tipizzazione in linea con l’effettiva struttura e con la funzionalità degli ecosistemi fluviali. Visti i potenziali vantaggi dell’uso di un approccio regionale, come quello proposto dal sistema A, un’opzione interessante risulta dalla combinazione dei due sistemi (A e B) effettuando una regionalizzazione - e successiva definizione di una vera e propria tipologia - basata su un più elevato numero di fattori rispetto al sistema A e con la possibilità di modulare al meglio le diverse classi di attribuzione, come reso possibile dal sistema B. Per l’applicazione della WFD, alla definizione dei tipi deve seguire la fase di individuazione degli ambienti di riferimento (reference sites) per la definizione dello stato ecologico attraverso lo studio delle comunità biologiche che popolano i corsi d’acqua, che devono essere tipo-specifiche.