Fiumi – Risposte del sistema alle alterazioni antropiche
 

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Fiumi – Risposte del sistema alle alterazioni antropiche

Prevenire il deterioramento dello stato ecologico dei corpi idrici superficiali proteggendoli, migliorandoli e ripristinandoli è, in Europa, un tema da sempre considerato centrale. La valutazione dell’inquinamento e gli effetti risultanti sugli ecosistemi non sono certamente una novità. È infatti dagli anni ‘70 che ci si occupa in vario modo di sviluppare e utilizzare sistemi di valutazione degli effetti delle alterazioni antropiche sugli ecosistemi acquatici e da allora sono state proposte politiche specifiche atte a migliorare lo stato dei corpi idrici.
In questo contesto, l’emanazione della WFD ha senz’altro individuato nuove modalità secondo cui procedere nella valutazione dello stato ecologico anche riconoscendo la centralità degli Elementi di Qualità Biologica in questo processo. La WFD impone peraltro che vengano adottate specifiche misure per fare in modo che i corpi idrici possano raggiungere (o mantenere) lo stato buono o elevato.
Per soddisfare quindi i requisiti della WFD è innanzi tutto necessario disporre di elementi che consentano la valutazione dello stato ecologico, a valle dei quali impostare piani di gestione e misure dedicate attraverso le quali raggiungere gli obiettivi di qualità.
In Italia, il recepimento della WFD ha determinato, per la valutazione della componente macrobentonica fluviale, l’adozione dello STAR_ICMi. Questo è un indice multimetrico, sviluppato in contesto europeo e adatto a verificare il degrado generale. Il fatto che lo STAR_ICMi si componga di 6 diverse metriche fa si che la valutazione delle singole metriche possa fornire un’indicazione delle varie pressioni che agiscono su un determinato corpo idrico. Gli effetti di specifiche pressioni e di specifiche misure, potranno quindi essere quantificati in relazione alle singole metriche che compongono lo STAR_ICMi, ognuna delle quali può presentare diversa sensibilità alle varie forme di impatto, come evidenziato dal progetto INHABIT. In aggiunta, INHABIT ha portato alla selezione di ulteriori metriche, dedicate a evidenziare specifici impatti o fattori ambientali, mediante le quali sarà possibile valutare l’efficacia di eventuali misure di ripristino. Esse ben si prestano al monitoraggio di sorveglianza e d’indagine e, comunque a una migliore comprensione nel quadro generale nel monitoraggio operativo.

In Sardegna, e più in generale in contesto mediterraneo, metriche idonee alla valutazione complessiva delle alterazioni presenti sono: STAR_ICMi, ASPT, EPT, Diversità di Shannon, LEPab (Abbondanza dei Leptophlebidae), DIPab (Abbondanza dei Ditteri), SelTRI_GN (Abbondanza di Odontoceridae, Limnephilidae, Polycentropodidae); per la valutazione delle alterazioni di habitat: log(SelEPTD), DIPB (Abbondanza di Ceratopogonidae, Culicidae e Syrphidae), % shredders, MTS (nel riffle), 1-GOLD e Abbondanza di Dugesia e Lymnaea; per la valutazione della qualità dell’acqua: SelOLIGHI_SA (Abb. di Naididae, Tubificidae e Chironomidae), MTS (nella pool), TRIab (Abb. Tricotteri), SelTri_SA (Abb. Leptoceridae, Rhyacophilidae, Glossosomatidae), Leuctra&Calopteryx, SelEpheGN (Abb. di Procloeon, Centroptilum, Ecdyonurus); infine per la valutazione degli effetti dei prelievi (carattere lentico-lotico), oltre a quanto già detto in precedenza: nOCH (Odonati, Coelotteri ed Eterotteri), Baetis/BAETIDAE, SelEpheM (Abbondanza di B. cfr. rhodani, Ecdyonurus, Habrophlebia).
Altre informazioni in merito a tale attività sono rinvenibili nel Deliverable D1d5_IT.